Come tutti i migliori personaggi della Classicità anche Nerone è un uomo del presente,
con i suoi vizi, le sue virtù, le sue passioni e le sue dannazioni.
In questo allestimento ho immaginato Nerone abitare un vero e proprio “magazzino della
memoria”, dove i ricordi della sua vita e delle sue gesta sono racchiusi in scatole e
scatoloni che affollano il palco, a ricordarci quanto complessa sia poi in ogni epoca la
mente dell’Uomo.
Nerone è un pazzo, o c’è un pazzo che si crede Nerone?
Nerone morirà suicida giovanissimo, a trentadue anni, senza aver potuto processare a
fondo gli avvenimenti dei quali è stato protagonista indiscusso.
Ritrovatosi imprigionato in questo limbo che è la sua memoria, affollata dei ricordi di una
vita breve ma intensissima, il nostro Nerone ripercorre in un eterno loop la vita e le
emozioni che ha vissuto, alla spasmodica ricerca di una salvezza eterna che forse non
arriverà mai.
Ma Nerone è soprattutto un uomo della contemporaneità:
egocentrico, sfrontato, amante del popolo e per questo avversato dai nobili, sarà
protagonista della prima “fake news” della Storia, quell’incendio di Roma sul quale oggi
anche gli storici tendono a discolparlo.
Ad accompagnarlo in questo viaggio a ritroso nei meandri della sua vita ci saranno
proiezioni oniriche e stralci di voci dal passato di uno dei migliori interpreti neroniani,
tracce visive e sonore che guideranno Nerone nel labirinto contorto della sua mente in un
vero “spettacolo nello spettacolo”, alla ricerca della salvezza da quella “damnatio
memoriae” impostagli dalla Storia ben oltre ciò che l’uomo e l’imperatore fu.
Impreziosiscono lo spettacolo i contributi grafici sulla scenografia degli utenti della
cooperativa sociale L’Albero e la Rua di Sansepolcro (Arezzo).